03/07/2024

Seconda cisterna

Andiamo un po’ più avanti ed eccoci arrivati alla seconda cisterna.

Voi credete nella magia? Allora copritevi gli occhi e mettete in moto la macchina del tempo per andare lontano nel quarto secolo. Poi immaginate di essere invisibili. Ora, con gli occhi aperti, andate a scegliervi un posto qui accanto a me. Se guardate con attenzione, vedrete là in fondo un gruppo di operai: hanno il volto e il corpo impolverati e sembrano un po’ stanchi, hanno portato in superficie tanto, tanto tufo. Ma il loro lavoro non è finito. Infatti, dovranno cominciare a scavare i canali in cui scorrerà l'acqua, perché questa città, Neapolis, si è ingrandita, ci sono tante persone che vivono qui e hanno bisogno di acqua; quindi, i greci cominciano un po’ alla volta a creare delle canalizzazioni per l'acqua per farla defluire nei pozzi. Anche i miei antenati contribuirono a scavare ed erano molto bravi, molto rapidi nel loro lavoro.

Quando arrivarono gli antichi romani, che erano dei formidabili ingegneri, decisero di trasformare le cave di tufo in un immenso acquedotto e perciò costruirono altre cisterne, rendendole impermeabili, e crearono tanti canali, un vero e proprio acquedotto, molto molto potente, con tanti pozzi per portare l'acqua fin in superficie Pensate che cominciarono a costruire una la rete di canali che arrivava lontanissimo perché quest'acqua doveva scorrere fino a Miseno, nelle ville dei nobili e ricchi romani che erano state costruite in queste zone, molto distanti da Napoli. E ci riuscirono proprio perché erano abili come ingegneri.