Introduzione
Introduzione
Buongiorno, bambini! Ma dove siete? Oh! Ho dimenticato di mettere gli occhiali! Eccovi! Io mi chiamo Giù Talpina e vi guiderò in questo viaggio nel fantastico mondo di sotto. Dovete sapere che qui a Napoli ci sono tanti luoghi magici e la magia può trasformare tutto, uomini, cose, animali, città. Prima di entrare guardiamo in alto il cielo azzurro, fotografiamolo, con la macchina fotografica che abbiamo nel cervello. Benissimo! Ora può cominciare la nostra avventura. Cosa ci sarà sotto i nostri piedi? Per adesso sono scalini. Seguitemi e scendete con attenzione.
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Prima cisterna
Prima cisterna
 Fermatevi un attimo. Dove sono finiti i rumori della città? I vostri nasi cosa vi stanno dicendo?? Quanto mi piace quest'aria umida mi fa arricciare tutti i miei peletti. 
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Seconda cisterna
Seconda cisterna
Andiamo un po’ più avanti ed eccoci arrivati alla seconda cisterna.
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Terza cisterna
Terza cisterna
Eccoci giunti alla terza cisterna, osservate con attenzione: in alto, forse, se siamo fortunati, vedremo scendere Tide l'aracnide che sorride. Lui ci mostrerà altri segreti di questo luogo. Hallo! Come siete belli! Vi piacerebbe dondolarvi sulla mia altalena? Forse dovrei rinforzarla un po’! Ora scendo e vi mostrerò come è nato l'uomo ragno. Oh, stavo scherzando! Quando venne realizzato l'acquedotto, vennero anche ricavati tanti pozzi. Ora, il problema era mantenere sempre puliti i pozzi ed i canali sotterranei dove passava l'acqua per non inquinarla. Ed ecco che nacque il lavoro dei pozzari! Questi operai erano molto agili, si arrampicavano lungo le pareti dei pozzi, facevano delle vere e proprie acrobazie nelle cisterne, controllavano che non cadesse nulla in acqua. Furono proprio loro a salvare Monello Pipistrello che da piccolo cadde nel pozzo per catturare un moscone. I pozzari spesso risalivano lungo le pareti dei pozzi e riuscirono addirittura ad entrare nelle case. Vi…
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Quarta cisterna
Quarta cisterna
Adesso vi accompagno ad osservare la quarta cisterna, vedete quei pezzi di legno incastrati là sulla parete della cisterna? Gli operai greci per staccare i pezzi di tufo più facilmente mettevano questi oggetti, che si chiamano cugnoli, nelle fenditure del tufo, li bagnavano e aspettavano che l'acqua, penetrando nel legno lo espandesse, così diventava più facile staccare il blocco di tufo con scalpello e martello. Molto furbi!
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Quinta cisterna
Quinta cisterna
“Ehi ragazzi, siamo qui! Siamo le Formiche Amiche e questa è Diana Partigiana, la farfalla, giornalista. Siamo giunti alla quinta cisterna. Ora guardatevi intorno. Questo luogo prima veniva usato per il tufo, poi divenne un acquedotto, per molti anni fu abbandonato perché l'acqua non era tanto pulita e le persone, bevendola, si ammalavano. Quando scoppiò la seconda guerra mondiale, si trasformò in un rifugio, dove la gente correva ogni volta che la sirena annunciava un nuovo bombardamento. A volte si trascorrevano giorni e notti qui sotto, si mangiava quel poco che si riusciva a trovare, i bambini giocavano a nascondino tra le cisterne e i miei bis bis bis bisnonni si divertivano ad ascoltare le loro voci e a proteggere i loro sogni. Invece, noi formiche amiche eravamo sempre pronte a raccogliere le poche briciole e a dare agli uomini il nostro esempio di resistenza. 
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Sesta cisterna
Sesta cisterna
Ora, io che sono una giornalista vi accompagnerò nello spazio della sesta cisterna, dove troverete tante piante. Eccole ed ecco chi ve ne parlerà: la Lombrichina contadina. Purtroppo lei ha sempre la bocca piena e non riesce a parlare, quindi continuerò io e parlerò, imitando la sua voce: “Buongiorno ragazzi, scusate, io ho ancora la bocca piena, sapete noi lombrichi mangiamo tutto! Posso digerire qualunque cosa. Anzi, se avete qualcosa di brutto e di cattivo lanciatemelo, lo prenderò a volo e lo mangerò, così ritornerete ad essere belli e felici. Queste piante che vedete qui sono il risultato di un esperimento fantastico, crescono senza la luce del sole. Sono veramente straordinarie. Ora io vi lascio, torno a fare la contadina, voi seguite Miss Lizard. Ciao, Ciao dalla Farfalla partigiana !(
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Settima cisterna
Settima cisterna
Eccomi, sono italiana, anche se ho un cognome inglese; in realtà è il mio nickname. Preparatevi ad un percorso avventuroso, entreremo in una specie di galleria strettissima. Sapete che molti adulti hanno paura qui dentro, i bambini invece no. In genere si divertono e poi ci sono io a guidarvi. Camminiamo con attenzione perché c'è poca luce. Pensate quante belle storie si possono inventare dopo aver fatto questa esperienza. Per un attimo immaginate di essere dei supereroi ed i vostri superpoteri qui sotto sono aumentati. Ora siete quasi pronti per la nostra missione. Via.
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Ottava cisterna
Ottava cisterna
Buongiorno! Sono mister Pipistrello, volo, ma non sono un uccello! In questa stanza le suore conservavano il vino che producevano. Un tempo questo posto era circondato dal verde e si coltivavano le viti, poi si raccoglieva l'uva dalla quale si ricava il vino che se ne stava qui al fresco. Ed io, o meglio i miei antenati, controllavano che non entrassero estranei. A volte capitava che qualcuno cercasse di portar via qualche bottiglia. Ma la nostra famiglia di pipistrelli riusciva sempre a spaventarli e a tenerli lontani.
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Andando verso il teatro
Andando verso il teatro
Se ci guardiamo intorno capiamo di essere nel centro storico di Napoli, circondati da vecchi palazzi, nessuno di noi penserebbe che qui sotto possa esserci un teatro! Ma non un teatro qualsiasi, IL TEATRO DI NERONE! L’imperatore era molto affezionato alla bellissima Neapolis e, quando veniva nella nostra città, spesso recitava in questo teatro. Ora noi ne vedremo solo i resti perché, quando il teatro fu abbandonato, non venne demolito: infatti i romani non distruggevano quello che avevano costruito, ma costruivano sopra agli edifici vecchi e in disuso. Quindi sul teatro sono stati eretti palazzi, ma sotto di loro ci sono ancora le rovine di questo enorme teatro da 5.000 posti. Immaginate che in questa zona di Napoli c’era uno spazio dedicato alla cultura: non solo il teatro di Nerone, ma anche un’altra struttura coperta, dove si ascoltava la musica. Forse era una specie di discoteca! Chissà!
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Il Teatro Romano
Il Teatro Romano
Qui, c’era un basso, cioè un appartamento a livello della strada, guardate un po’, spostando il letto che succede: c’è una botola segreta che ci fa arrivare nei camerini personali di Nerone, dove l’imperatore indossava i costumi adatti ai suoi spettacoli. Qualcuno di voi ha una botola in casa? Ora possiamo vedere i resti dell’anello superiore delle gradinate, proprio come quelle che ci sono anche negli stadi. Pensate che un giorno Nerone cantava, recitava e non si accorse che una forte scossa di terremoto stava facendo tremare tutto! L’imperatore, che non era tanto bravo né come attore, né come cantante, era convinto che fosse l’intenso entusiasmo del pubblico a far sobbalzare ogni cosa. Un po’ presuntuoso! Che emozione! Che magia! Che forza queste mura! Cari amici, vi salutiamo e vi auguriamo tanti sogni avventurosi!
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